Comunicazione media

Graffiti, Gutenberg, comunicazione multimediale

Dom, 04/08/2018 - 19:28

La storia dell’umanità è pervasa di conoscenza ossia della voglia di conoscere, di scoprire. Ma la conoscenza deve diffondersi, deve essere comunicata. Sin dall’antichità gli uomini lasciavano tracce della loro presenza attraverso i segni scolpiti sulle rocce delle grotte del paleolitico. Ma quei segni così come i papiri egiziani e quelli romani, le successive pergamene, la stampa di Gutenberg sino ad arrivare all’epoca digitale rappresentano le varie forme evolutive della comunicazione.

I mezzi con cui gli uomini trasmettono le proprie idee sono tanto più validi quanto più velocemente e con maggiore potenza si diffondono; pensate alla diffusione dei culti religiosi cominciando dalle tavole su cui erano incisi “i dieci comandamenti”, a quanto sia stato importante nelle guerre far viaggiare gli ordini, i messaggi cifrati con rapidità tanto da poter anticipare gli avversari e far valere la propria strategia.

Ci riferiamo in entrambi i casi a una comunicazione “scritta”, ma è anche vero che ne esiste una orale e se è vero che essa trovava già un forte radicamento nella civiltà greca, è pur vero che riferito a tempi più recenti diviene un potente strumento con l’introduzione della radio e poi della televisione che hanno, per così dire, “eroso” il potere della carta stampata.

Ma radio e televisione hanno introdotto un altro importante parametro: il tempo, inteso come capacità di diffusione immediata e su vasta scala delle informazioni. Infatti mentre la carta stampata presenta un carattere di staticità e di permanenza, la comunicazione attraverso radio e tv ha un carattere di immediatezza, di istantaneità. Pertanto questi strumenti hanno rappresentato anche in tempi recenti un mezzo per far prevalere, affermare la propria cultura o se volete i propri nazionalismi, come è accaduto durante la seconda guerra mondiale.

Generalmente si ritiene che il prevalere di queste forme di comunicazione coincida con una generale diminuzione dei livelli culturali a vantaggio della superficialità, dell’effimero, del semplice intrattenimento. Di contro si può obiettare che i media elettronici hanno consentito l’avvicinamento delle culture planetarie, annullando le distanze e contribuendo in tal modo alla creazione di un “villaggio globale”.

Ma sono mezzi che rendono lo spettatore passivo. E le moderne tecnologie?